TOP
我的荣耀 开启荣耀之旅
Ultima risposta :
Non un test da vetrina, ma tre mesi di uso reale dentro un ecosistema domotico completo.
Quando mi è arrivato l’Honor Pad 9 in prova, l’idea era semplice: vedere se poteva entrare nel mio sistema di casa senza stonare.
In realtà, dopo tre mesi, si è trasformato in qualcosa di molto più utile.
Non è rimasto un tablet “da provare”, ma è diventato parte integrante della casa, un piccolo nodo intelligente che lavora in silenzio tra Home Assistant, MQTT, Tasker e Plex.
Fluido, prevedibile, e sempre connesso
Quello che colpisce dell’Honor Pad 9 è la sua stabilità.
Non lo riavvii mai, non perde il Wi-Fi, non si blocca.
È lì, acceso tutti i giorni, collegato alla dashboard di Home Assistant, pronto a mostrarmi lo stato dell’antifurto, i consumi, le telecamere o la meteo.
L’ho configurato con Fully Kiosk Browser e un paio di automazioni in Tasker per gestire luminosità, notifiche e wake-up su movimento, e da allora non ha mai perso una connessione MQTT.
Per chi, come me, ha un ecosistema pieno di sensori, entità e script, è un dettaglio che fa la differenza.
Prestazioni senza fronzoli
Lo Snapdragon 6 Gen 1 non fa titoli da benchmark, ma nella realtà è un chip perfetto per questo tipo di utilizzo.
La Companion App di Home Assistant gira fluida, le dashboard pesanti si caricano senza lag, Plex e Infuse gestiscono anche file in rete locale senza problemi.
In questi tre mesi non l’ho mai visto scaldare o rallentare.
È un tablet che dà la sensazione di essere “sereno”: lo accendi e funziona. Sempre.
Display e audio sopra la media

Il pannello da 12,1” 2.5K è stato una bella sorpresa.
Non è OLED, ma ha colori realistici e una luminosità che permette di usarlo anche in ambienti molto chiari.
E il refresh a 120Hz si sente, soprattutto nella fluidità generale.
Lo uso anche per guardare qualche serie su Plex con i bambini, e gli otto speaker integrati fanno davvero la differenza: suono ampio, definito, quasi inutile collegarlo a qualcosa di esterno.
Autonomia che non delude
L’autonomia è uno dei motivi per cui, dopo tre mesi, non ho mai pensato di scollegarlo.
Con uso misto tra dashboard, streaming e navigazione, fa due giorni pieni senza problemi.
In standby consuma pochissimo: lo lasci lì una settimana e lo ritrovi quasi con la stessa carica.
Per un dispositivo che resta quasi sempre acceso, è un aspetto fondamentale.
Parte della casa, non un accessorio

L’ho collegato alla rete domotica come pannello principale.
Mostra in tempo reale i dati della stazione meteo, le luci accese, lo stato delle finestre, e riceve notifiche dirette via Telegram tramite Home Assistant.
Ma può anche diventare un terminale di controllo: da lì accedo ai container Proxmox, monitoro la rete o gestisco automazioni.
È tutto fluido, immediato, e soprattutto affidabile.
Dopo tre mesi, non lo considero più un “tablet in prova”.
È diventato uno schermo della casa, un’interfaccia tra me e tutto il resto del sistema.
Conclusione
Non è il tablet più potente, né quello con la scheda tecnica più aggressiva.
Ma se cerchi un dispositivo stabile, integrabile e concreto, l’Honor Pad 9 fa centro.
Non ti distrae con funzioni inutili, non si mette in mezzo: funziona e basta.
Ed è forse il complimento più grande che posso fargli.
“È il tablet che dimentichi di avere… finché non ti accorgi che ormai fa parte della casa.”
Post popolari
962
25
549
15
755
14
18579
58
Iscriviti alla nostra newsletter
Ricevere le ultime notizie HONOR tramite e-mail, incluse promozioni, eventi, lanci di prodotti, Puoi annullare l'iscrizione in qualsiasi momento. Per maggiori dettagli, si prega di controllare la Informativa sulla privacy della piattaforma e-commerce HONOR.
Inserendo il vostro numero WhatsApp, accettate di ricevere su WhatsApp informazioni commerciali su prodotti, eventi, promozioni e servizi HONOR. Per maggiori dettagli, consultare la nostra politica sulla privacy.
Accetto di ricevere le ultime offerte e informazioni sui prodotti, gli eventi e i servizi Honor su piattaforme terze (Facebook, Google). Posso revocare il mio consenso in qualsiasi momento come indicato nell'Informativa sulla privacy.
Accetto di ricevere le ultime offerte e informazioni sui prodotti, gli eventi e i servizi Honor su piattaforme terze (Facebook, Google). Posso revocare il mio consenso in qualsiasi momento come indicato nell'Informativa sulla privacy.
Contatti
Lunedì – Venerdì 9:00 – 18:00 Disponibile in italiano
(Fatta eccezione per i giorni festivi/festività nazionali)
Copyright ©HONOR 2017-2025. Tutti i diritti riservati



Non un test da vetrina, ma tre mesi di uso reale dentro un ecosistema domotico completo.
Quando mi è arrivato l’Honor Pad 9 in prova, l’idea era semplice: vedere se poteva entrare nel mio sistema di casa senza stonare.
In realtà, dopo tre mesi, si è trasformato in qualcosa di molto più utile.
Non è rimasto un tablet “da provare”, ma è diventato parte integrante della casa, un piccolo nodo intelligente che lavora in silenzio tra Home Assistant, MQTT, Tasker e Plex.
Fluido, prevedibile, e sempre connesso
Quello che colpisce dell’Honor Pad 9 è la sua stabilità.
Non lo riavvii mai, non perde il Wi-Fi, non si blocca.
È lì, acceso tutti i giorni, collegato alla dashboard di Home Assistant, pronto a mostrarmi lo stato dell’antifurto, i consumi, le telecamere o la meteo.
L’ho configurato con Fully Kiosk Browser e un paio di automazioni in Tasker per gestire luminosità, notifiche e wake-up su movimento, e da allora non ha mai perso una connessione MQTT.
Per chi, come me, ha un ecosistema pieno di sensori, entità e script, è un dettaglio che fa la differenza.
Prestazioni senza fronzoli
Lo Snapdragon 6 Gen 1 non fa titoli da benchmark, ma nella realtà è un chip perfetto per questo tipo di utilizzo.
La Companion App di Home Assistant gira fluida, le dashboard pesanti si caricano senza lag, Plex e Infuse gestiscono anche file in rete locale senza problemi.
In questi tre mesi non l’ho mai visto scaldare o rallentare.
È un tablet che dà la sensazione di essere “sereno”: lo accendi e funziona. Sempre.
Display e audio sopra la media
Il pannello da 12,1” 2.5K è stato una bella sorpresa.
Non è OLED, ma ha colori realistici e una luminosità che permette di usarlo anche in ambienti molto chiari.
E il refresh a 120Hz si sente, soprattutto nella fluidità generale.
Lo uso anche per guardare qualche serie su Plex con i bambini, e gli otto speaker integrati fanno davvero la differenza: suono ampio, definito, quasi inutile collegarlo a qualcosa di esterno.
Autonomia che non delude
L’autonomia è uno dei motivi per cui, dopo tre mesi, non ho mai pensato di scollegarlo.
Con uso misto tra dashboard, streaming e navigazione, fa due giorni pieni senza problemi.
In standby consuma pochissimo: lo lasci lì una settimana e lo ritrovi quasi con la stessa carica.
Per un dispositivo che resta quasi sempre acceso, è un aspetto fondamentale.
Parte della casa, non un accessorio
L’ho collegato alla rete domotica come pannello principale.
Mostra in tempo reale i dati della stazione meteo, le luci accese, lo stato delle finestre, e riceve notifiche dirette via Telegram tramite Home Assistant.
Ma può anche diventare un terminale di controllo: da lì accedo ai container Proxmox, monitoro la rete o gestisco automazioni.
È tutto fluido, immediato, e soprattutto affidabile.
Dopo tre mesi, non lo considero più un “tablet in prova”.
È diventato uno schermo della casa, un’interfaccia tra me e tutto il resto del sistema.
Conclusione
Non è il tablet più potente, né quello con la scheda tecnica più aggressiva.
Ma se cerchi un dispositivo stabile, integrabile e concreto, l’Honor Pad 9 fa centro.
Non ti distrae con funzioni inutili, non si mette in mezzo: funziona e basta.
Ed è forse il complimento più grande che posso fargli.
“È il tablet che dimentichi di avere… finché non ti accorgi che ormai fa parte della casa.”