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ANDREA BERTON
Chef Stellato
ANDREA BERTON 1
Lo Chef Andrea Berton inizia la sua avventura in cucina a Milano nella brigata di Gualtiero Marchesi in Via Bonvesin de la Riva. La sua formazione prosegue nei migliori ristoranti del mondo: prima da Mossiman’s a Londra, poi all’Enoteca Pinchiorri a Firenze, e infine al Louis XV di Montecarlo sotto la guida di Alain Ducasse. Nel 2005 inizia la collaborazione con il Ristorante Trussardi alla Scala dove ottiene numerosi riconoscimenti quali la prima stella Michelin nel 2008 e la seconda stella nel 2009. Il ritorno alla “sua” cucina avviene nel 2013 con l’apertura del Ristorante Berton dove lo Chef presenta “piatti moderni” con una valorizzazione degli ingredienti di base, e la rivelazione di alcuni ingredienti poco conosciuti. Il Ristorante Berton ottiene la Stella Michelin a neanche un anno dalla sua apertura. Oggi lo Chef è impegnato in molteplici attività di consulenza a livello internazionale, con un focus nel settore dell’ospitalità.

«Sono Andrea Berton, chef e proprietario del ristorante Berton a Milano. Per me, fare questo mestiere significa regalare momenti di piacere e felicità attraverso il cibo, offrendo esperienze che lasciano il segno. Ogni piatto che creo nasce da un’idea, un concetto che prima deve emozionare me e il mio team. Solo così possiamo trasmettere quell'emozione agli ospiti. Il momento più gratificante del mio lavoro è vedere la gioia riflessa nei loro volti. È in quel preciso istante che capisco di fare uno dei mestieri più belli del mondo.
Milano è spesso associata a bellezze effimere come la moda, la lirica e, naturalmente, il cibo. Pur essendo arte destinata a svanire, il cibo ha una nobiltà unica: è un bisogno primario, ma può trasformarsi in qualcosa di straordinario quando viene valorizzato e innovato. Mangiare è una necessità, certo, ma quando il cibo è buono, bello e sorprendente, diventa un’esperienza capace di migliorare la nostra giornata.
Anche se sembra sfuggente, il cibo in realtà lascia una traccia indelebile: il ricordo di ciò che hai mangiato. Le sensazioni generate dalla mia cucina, in realtà devono divenire un bel ricordo. Meglio: un buon ricordo.»

Taccuino antropologico di Alberto Salza
Il cibo soddisfa il budget energetico degli esseri umani. Però, a Milano come nel deserto del Kalahari, conta anche il piacere. Durante la mia permanenza tra i boscimani, l’informatrice N//isa gerarchizzava animali e piante commestibili in 14 categorie di appetibilità decrescente, dal maiale selvatico alle larve. La tavola non è un tavolo: è uno spazio pubblico di rappresentazione fisica e culturale, un assemblaggio di relazioni («passami il sale», sostanza un tempo preziosa). La tavola del futuro si baserà sul cibo quantico: complesso e non pulviscolare; biotecnologico e non “naturale”; adattivo e non “tradizionale”; incerto e non garantito; probabilistico e non determinato per decreto legge. Buono, magari.
ANDREA BERTON 2
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